ARTICOLI: CHICCA FERRARESE

CHICCA FERRARESE

Arciere calmucco. Ferrara anno 1438

Marchio di Andrea delle Balestre. sec. XV. Ferrara via Formignana, 88

Marchio di Andrea delle Balestre. sec. XV. Ferrara via Formignana, 88

Marchio di Andrea delle Balestre. sec. XV. Ferrara via Formignana, 88

Marchio di Andrea delle Balestre. sec. XV. Ferrara via Formignana, 88

Portale di via Formignana, 88. Ferrara

Parziale della facciata di via Formignana, 88. Ferrara. Tracce delle finestre originali.

Mappa della città di Ferrara del 1390.  A nord del ponte di barche sul Po, vi è la Torre che rappresenta Castel Tedaldo leggermente al di sopra la Chiesa di san Giovanni. Tutta l'area fu rasa al suolo nel 1600 per far luogo alla fortezza papalina a sua volta demolita a partire del 1859, con l'arrivo del Regno d'Italia.

Arciere calmucco. Ferrara anno 1438. Pisanello. Originale presso Museo del Louvre. Parigi.

CHICCA FERRARESE

 … DELL’ARCO E DELLA BALESTRA A FERRARA….

Dedicato a Franco Badiali

  (…chiunque abbia imbracciato un arco o una balestra a Ferrara, sa dello “spessore” di cui la mia dedica…)

 Non ho mai imbracciato un arco e tanto meno una balestra. Ho avuto invece, il privilegio di conoscere chi, oltre ad usarle, le costruiva: Messer Franco Badiali. Lo si può ancora incontrare tra via Saraceno, (qui probabilmente con un “goto de bianco” in mano), via Mazzini, via Zemola, via Contrari, insomma nella vecchia Ferrara, dentro e fuori il ghetto ebraico. Lo riconosci subito: passo lento, mezzo ingobbito, pizzetto e folte ciglia rigorosamente bianco neve, con cane sempre al suo fianco. Mai a capo scoperto; proprio come usavano le persone educate di una volta. Franco è uno che di armi se ne intende. E’ un galantuomo e ce da essere orgogliosi de la sua amicizia.

Questo è, e rimarrà per sempre.

Anni fa, esattamente il 15 giugno 2000,  mi regalò, con questa dedica “ Per Antonio, che queste cose ama. Frà Badia.” una breve pubblicazione intitolata: “Piccola storia dell’uso dell’Arco e della Balestra a Ferrara. Fra Medioevo, Rinascimento ed Oggi.” Da “Piccola storia di due armi” redatta a cura della Compagnia Arcieri e Balestrieri del Trigabolo di Ferrara, con il patrocinio del Comune di Ferrara. Piccola ricerca, però esaustiva, le cui fonti e bibliografia sono ineccepibili.  Nella Biblioteca Ariostea sicuramente si può rintracciare.

Della pubblicazione richiamerò brevemente solo alcuni argomenti che ritengo possano maggiormente stimolare (si spera) chi di Ferrara  e chi, venendo da fuori, volesse respirare un’aria certamente più autentica della città e della sua storia.

 I luoghi dove ci si esercitava nel tiro dal Medio Evo in avanti: via Praisolo, la Montagnola della Mura degli Angeli, il Cimitero Ebraico. Ancora oggi, re interpretati come luoghi del tiro con l’arco, presentano una loro suggestiva atmosfera. Percorrerli in bicicletta assumono una loro valenza poetica che si può interiorizzare con l’osservazione delle tracce di un cammino della storia che si comprende solo nell’immedesimazione. Fino al sentirsi totalmente parte di essa.

Le Gare, giochi, lo sport. Vi è un particolare che colpisce: il fiume. Tutto si svolgeva davanti alla chiesa di San Giovanni, vicino a Castel Tedaldo. Oggi ogni traccia è sparita ma … su una pianta della città del 1390, il luogo è ben in vista. E’ ancora lì … . L’esercizio consisteva nel colpire una brocca fissata su una tavola nel mezzo del fiume. Sulla riva si allineavano i gareggianti e, dopo il primo tiro che spettava al Duca, iniziava la gara.

Andrea delle balestre. Testualmente riporto: (Dal diario del Caleffini: “1476, Giugno 24. – Stesso logo, vinse lo premio Sigismondo d’Este (fratello del duca) il secondo toccò a un tale Andrea delle balestre, della guardia ducale”. “Sendo altresì memoria che insino da li tempi de lo Marchese Nicolò III si fece tenzone di balestra grossa e piccola” . A Ferrara, in via Formignana nc. 88 esiste tuttora la casa di Andrea delle Balestre; sul portale è scolpito il marchio di fabbricante.

Sono tornato al nc. 88 di via Formignana. E’ un bel palazzotto che fa angolo con via XX Settembre. A pochi passi c’è la casa del XV sec. dell’Architetto Biagio Rossetti. I capitelli sono stati restaurati e puliti. Oggi si può leggere chiaramente il marchio del fabbricante. Sulla facciata si possono ancora individuare le tracce delle finestre originali. Scatto alcune foto. Riprendo la bicicletta. Sono contento. Chissà, se un giorno un turista volesse conoscere qualcosa in più so che in questo angolo c’è la casa di Andrea. Quello delle balestre, quello della gara del 24 giugno 1476.

L’arciere calmucco. Testualmente riporto: ”Il pittore Antonio Pisanello, ritrae in Ferrara, un arciere calmucco facente parte della guardia dell’imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo, venuto nel 1438 per il Concilio politico-religioso chiamato appunto Concilio di Ferrara. Il Pisanello era presso gli Estensi per lavori importanti e fu senz’altro colpito dalle inusitate sembianze di questo strano uomo. Lo schizzo, a punta d’argento e penna (cm. 17,50 x 23) è conservato a Parigi (Museo del Louvre). L’autore lo ha utilizzato negli affreschi di S. Anastasia a Verona, nel “San Giorgio e la Principessa”, arco esterno della cappella Pellegrini.”

L’arciere calmucco… Mi soffermo nell’osservarlo. Noto un occhio più aperto dell’altro. Le mani piccole, un pollice inanellato, la capigliatura impossibile. A me ricorda molto un pirata della Tortuga. Penso che se mai avessi l’occasione di avere tra le mani l’originale a Parigi, sverrei per l’emozione. Lo immagino ancora seduto mentre Pisanello lo ritrae. Anno 1438.

Ogni volta che smuovi un mattone a Ferrara o ari un campo, salta fuori un pezzo della sua storia.

Forse è anche per questo motivo che, chi ha seguito una mia guida, ogni tanto mi telefona per sapere se ci sono novità, in città.

Che paese incredibile è l’Italia.

Antonio Greci

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